San Giorgio e il Drago
Quando vidi per la prima volta alla National Gallery di Londra San Giorgio e il Drago di Paolo Uccello, mi commossi: quella principessa così diafana ed elegante ed il cavaliere che incalzava la terribile bestia creavano un contrasto magnifico, un equilibrio di masse e di movimento che solo i sommi artisti riescono a raggiungere.
Anche il “mio” San Giorgio e il Drago era pieno di movimento, ma assai più “terreno”: io ero dentro alla belva e la facevo saltare come un canguro, con la lunga lingua che, al pari di quelle che un tempo erano definite “di Menelick”, si allungava e si ritraeva. Il Santo, invece, era sempre ieratico come consono al personaggio: dopotutto sapeva bene che alla fine avrebbe sempre vinto lui!
Confronti tra il dipinto originale e la riproduzione nella maschera.